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Questo modo sterile di celarsi dietro a un'icona per comunicare, non rischia di renderci insensibili ai soprusi che la voglia di informazione spinge a compiere?(il titolo spaventa, ma in realtà l'argomento è mooolto più semplice)

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Messaggio  giacomocaig Dom Apr 12, 2009 1:42 am

questo è un post tratto dal mio blog... mi è stato proposto di inserirlo in questo forum vista parte del suo contenuto e, vedendola una cosa fatta bene, ho accettato. Magari prendendo spunto da questo 'sputacchio' può nascere qualcosa di interessante. Io posto il post, poi dato che la rete è democratica, ben vengano condivisioni e/o contestazioni, dopo tutto "l'incontro e lo scontro sono vita", no? =)

"Questo post voleva nascere prima di stasera. Era una settimanuccia che aveva preso a scalciare contro le tempie, a strillare dentro la mia testa perchè voleva farsi sentire, voleva che gli fosse data una dignità, voleva che gli fosse riconosciuta un’importanza che sapeva di meritare. Perchè importante, secondo la mia personale e (mi rendo conto)irrilevante opinione, è qualsiasi tentativo di utilizzare le risorse di cui si dispone per procurare un po’ di bene ad altri, e credo che la condivisione di idee sia un bene.

La botta finale. Stanotte, o meglio stamattina.

Sveglia programmata per il treno delle sette e trentadue: ho da andare a fare la visita al C.T.O. … ma come prevedibile mi dico che in fondo in fondo anche il treno delle otto e ventidue non è poi brutto e fuori luogo come ho l’abitudine di pensare(!ipocrita & opportunista!). Colazione e tg, preferibilmente zapping tra i vari che ci sono, e la notizia del terremoto raggiunge anche casa mia. La mia cucina e la mia testa, in ordine. Rammarico, soprattutto per la consapevolezza di non poter essere d’aiuto se non stando in allerta il più possibile per recepire eventuali necessità, … da chiunque. Giornata a Firenze, nel mentre. Rientro a casa alle sei, comprensivo di merenda e spulcìo su internet, e è su internet che il bimbo d’odio che è ormai maturato tra le mura della mia testa si riversa. Il parto coincide con il momento in cui scorgo, tra il gruppo di -’mi piace la mortazza’- e quello di -’kuelli ke skrivono kon la kappa’- un’icona con una candela e relativo messaggio: -’quelli che sono vicini alle vittime del terremoto’-. Ecco. Non so se riescono le parole di cui sono in possesso, anche se rimescolate e rimpastate in tutte le combinazioni possibili, a rendere la pena e il senso d’orrore che mi son nati dentro allo stomaco a vedere quello spicchio di monitor…

Sono convinto che questo mondo digitale, questa rete, sia una delle cose più utili che il ragazzo d’oggi abbia a disposizione per diventare ‘cittadino del mondo’. Dopo che ho ricevuto conferma che ‘basta crederci, basta credere che il buono della rete siamo NOI’( prof, tanta stima…) della rete non ho dubbi.

Ho dubbi seri, forti e fondati su chi la rete la gestisce(alcune parti) e su chi gestisce l’informazione in generale. MI FANNO SCHIFO.

La scena è questa. Telegiornale(TG1 tra l’altro, neanche uno di quelli più sentimentali…). Un cronista va da uno sfollato e gli chiede -’Lei sta cercando sua figlia e sua nipote?’- e il signore -’ Sì, ma non so come… non so cosa fare… a chi chiedere aiuto…’- (da notare è che l’intervistato è ricoperto di intonaco e è a mani nude, testimonianza del fatto che non si è minimamente preoccupato di sè ma è andato subito a cercare soccorsi per i propri cari). Il giornalista a questo punto ci lascia una perla, un tesoro dell’etica giornalistica, un modello di comportamento da introdurre nella deontologia professionale di chi lavora per la carta stampata -’ E quindi lei sta cercando i suoi cari guidato dal dolore di padre?’-



E’ per questo che stasera mi permetto di odiare. Non qualcuno, ma qualcosa di cui ciascuno di noi fa parte. Odio questa cazzo di mentalità del cazzo che vuole che si debba pubblicizzare tutto. Proiettare ventiquattro-ore-su-ventiquattro le caccole nel naso di un emerito nessuno sulle reti di maggiore rilievo; odio la moda di farsi i cazzi degli altri in maniera spudorata, cosicchè arrivi a pensare che, in fondo, se ti interessi se Caio si tromba la fichetta di turno, allora va bene(perchè lo fanno tutti!! ma non lo dite a nessuno, eh! guai!). Odio la pubblicizzazione estrema dei sentimenti, come se facendoli scorrere sugli schermi si imparasse davvero che cosa le parole che li incarnano(indegnamente) vogliano significare. Odio il tentativo che si sta, a parer mio, compiendo di relegare l’individuo sempre più nei suoi due metri e mezzo di spazio adiacenti ad uno schermo connesso con chi ti pare. Odio dal più profondo del mio cuore( sempre che dal cuore si possa far venire fuori qualcosa del genere) , o dal più profondo della parte di me che genera sentimenti in questo momento, chi vuole maipolare e sfruttare avvenimenti che coinvolgono vite reali di ‘altri-Me’. Altri-Me, identici a Me. Ma per il semplice fatto che non siano Me, li posso bistrattare e posso fare scempio del loro dolore. Per il fatto che non sono nient’altro che altri-Me che non sono IO(quel sommo Io che è assurto a ruolo di Dio nelle teste di ciascuno, un Io individuale, diverso da testa a testa, ma identico nei più minimi particolari all’Io che lo ospita), posso fare di loro ciò che voglio: l’importante è che io e il mio Io ci sentiamo sicuri e al sicuro, dove le minacce non ci possono nemmeno scorgere, dietro a baluardi di difesa incrollabili, dentro a roccaforti di idee granitiche. Eterne all’esterno, apparentemente incrollabili, ma capaci di cedere sotto l’effetto di una goccia di sudore che ne scomponga la struttura cristallina in un’entropia di atomi.

Ecco che il mio bambino comincia a parlare e mi dice, attraverso ‘il BUONO della rete’, che quello che non sapevo esprimere, ciò che l’ha generato, è la paura che questa pubblicizzazione dell’Altro, così meticolosa, così mirata, così… così innaturale, non sia nient’altro che il tentativo di convincere i più ingenui che l’affetto e la vasta gamma di sensazioni che giornalmente ci vengono offerte dall’ ‘Altro’ nella vita (che a me piace definire) ‘di ciccia’, siano emulabili e sostituibili. Con cosa poi??! con la conta di quante persone DICONO di volerti (e qui le virgolette sono delle Signore Virgolette) “BENE”.

Sono per la ciccia. Tengo per il bacio sulla guancia con lo schiocco. Stò per il contatto pelle-pelle. Simpatizzo estremamente per il bacio sulle labbra. M’accosta ‘na cifra l’odore di chi mi sta accanto. Mi richiedo una dose di sofferenza per capire chi, la sofferenza, l’ha tutti i giorni di tra i coglioni. Mi voglio sporcare le mani per capire la differenza che c’è da quando sono pulite, e poi preferirle sporche. Voglio parlare con le persone a cui ho bisogno di chiedere dei chiarimenti: viso a viso! Credo nel buono del brivido di paura che provo, dovendo cercare il coraggio per confrontarmi con chi stimo più di me. Sono in cammino per cercare di amare la Paura, perchè la sento come la cosa più vicina alla vita con cui sia entrato in contatto finora.

Vivo per le sensazioni che il mondo mi dà.

Vivo delle sensazioni che il mondo mi dà.

Faccio vivere il mondo che mi circonda emettendo emozioni.

Amo, e cerco di farlo non soltanto celandomi dietro a un avatar."

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Questo modo sterile di celarsi dietro a un'icona per comunicare, non rischia di renderci insensibili ai soprusi che la voglia di informazione spinge a compiere?(il titolo spaventa, ma in realtà l'argomento è mooolto più semplice) Empty risposta al titolo: NO!

Messaggio  Patrizia Lun Apr 13, 2009 1:34 am

Cioè son d'accordo con te quando dici che ti garba di più la ciccia e le emozioni faccia a faccia, ma se io oggi posso leggere le tue idee ed essere d'accordo con te è perchè c'è questo mondo etereo che ci connette. Con questo voglio dire che si può essere delicati anche dietro ad un avatar, addirittura anche cambiando nome (io in rete sono una scassaca**i con il nome di RebeccaPB figurati...), e non è detto che poi uno sia diverso, dipende da lui o lei! C'è modo di indossare maschere o essere insensibili anche quando siamo faccia a faccia, quindi credo che la differenza la faccia solo l'emotività e la delicatezza del singolo, all'interno di qualunque relazione, personale o mediatica che sia. Smile

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Questo modo sterile di celarsi dietro a un'icona per comunicare, non rischia di renderci insensibili ai soprusi che la voglia di informazione spinge a compiere?(il titolo spaventa, ma in realtà l'argomento è mooolto più semplice) Empty l'argomento spazia e si estende a più ambiti sociali

Messaggio  giacomocaig Lun Apr 13, 2009 2:38 am

ok, riconosco alla rete che ci unisce una sua dignità di esistere, e per i benefici che ci procura la lodo, ci mancherebbe altro. Ma mi chiedo se non ci debba essere un percorso da seguire PRIMA di giungere alla rete. Mi spiego perchè sennò mi capisco altro che io... . Noi, e per 'noi' intendo chi ha più di diciotto anni quest'anno, siamo arrivati a usare internet & social network(forums, blogs, etc...) solo dopo aver vissuto senza. Quello che mi rende diffidente da come sono organizzati ora gli scenari della rete è la facilità con la quale un giovane(chi quindi non ha ancora raggiunto la maggiore età) riesce a avere accesso a una sfera che, se presentatagli male, può assumere in tempi molto brevi un ruolo di 'sostituto' per la vita vera. Penso, per esempio, che io prima di arrivare alla rete almeno una volta le gambe me le sono sbucciate, e se leggo un forum che parla di gambe sbucciate so di cosa si sta parlando. Se invece un bambino che impara a scrivere con la tastiera(cosa sempre più frequente, come è bene che sia) e non passano dieci anni che ha già il cellulare... ho i miei dubbi che sia attratto da una scampagnata sul fiume piuttosto che da una partita a Travian o Age of empire( o peggio da una giornata intera su Second Life).
Ammetto che questa è una paura a mo' di spada di Damocle(chiedo perdono per lo sfoggio inutile di cultura, ma mi garbava mettercelo) nel senso che si basa su ipotesi e su previsioni di scenari catastrofici.
Ma visto che io della rete ora colgo il buono, vorrei sapere se tra i visitatori del forum c'è chi potrebbe proporre un modo per evitare che quello che per noi è un 'di più' diventi un elemento nocivo per la vita di ciccia dei nascituri, magari postando il proprio intervento anche nella sezione 'istruzione & co.', per vedere che cosa ne esce.

"Il buono della rete siamo noi, solo noi" (A. Formiconi) Very Happy

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Questo modo sterile di celarsi dietro a un'icona per comunicare, non rischia di renderci insensibili ai soprusi che la voglia di informazione spinge a compiere?(il titolo spaventa, ma in realtà l'argomento è mooolto più semplice) Empty bello averti qui, Giacomo

Messaggio  viaggioalterminedellanott Mar Apr 14, 2009 7:21 pm

è bello averti qui, Giacomo!

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Messaggio  Patrizia Mer Apr 15, 2009 11:04 am

io sono una mamma e ho due creaturine di ciccia che ancora non spippolano. Cioè non è che sono fuori dal mondo eh, hanno il Nintendo e quando avranno sufficienti nozioni, prenderanno possesso del computer, e questo è pacifico. Però io le porto pure a fare la passeggiata al ruscello di tanto in tanto, invito gli amici a casa a giocare in corte e non solo in casa o alla televisione. Come sempre la differenza la fa il modo con cui uno fa le cose. Se si pensa in modo assolutistico, tipo o solo Travian o solo ruscello, ci si perdono tutte le sfumature creative nel mezzo. C'è posto per tutte e due le cose l'importante è vederle o volerle vedere, nel caso dei genitori permettere ai propri figli di fare anche esperienze diverse. Quello che cambia nella mamma che mette il bimbo di fronte alla tv e quella che lo porta al ruscello è l'atteggiamento mentale, così come cambia molto l'approccio di chi pensa che i figli vadano protetti dalle cadute e chi pensa che invece gli vada insegnato a rialzarsi dopo le cadute. Se può essere utile consiglio un librino, che potrebbe far pensare male dal titolo, invece dentro ci sono concetti molto più utili per i "bambini grandi" che per quelli piccini, ed è "Neonati maleducati" di Paolo Sarti. L'autore è un importantissimo pediatra di comunità e professore universitario, che lavora a Firenze, è noto per le sue idee un pò controcorrente, nel senso che obbliga i genitori a riflettere e a non farsi travolgere dal panico, o a farsi sedurre da soluzioni apparentemente semplici che poi nascondono problematiche serie in seguito. Come dice Sarti occorre pensare al significato delle nostre azioni e alle conseguenze, prima di compierle, in questo modo si usa ciò che ci ha dato madre natura e cioè la capacità di associare idee e trovare soluzioni creative a problemi vecchi. Le soluzioni creative se vengono messe in rete e discusse (come su questo forum per esempio) permettono il delinearsi del problema-soluzione in modo più approfondito perchè c'è l'intervento di più menti. Se ad ognuno viene lasciato lo spazio di esprimersi, non c'è la necessità del sopruso, anzi ogni intervento è benvenuto. Inoltre non credo che l'icona o l'avatar o il nick name siano mezzi per celarsi; nel caso in cui una persona viva l'esperienza virtuale come una mascherata, dovrebbe venire aiutata dagli altri utenti a svelarsi senza troppe remore, semplicemente, e riuscire a trovare la propria dimensione all'interno della comunità, proprio come avviene normalmente nella vita reale.
Sul fatto che nella vita reale ci siano dei mezzi inconsci di comunicazione come la postura, gli atteggiamenti, gli odori e tutto il linguaggio non verbale , sono d'accordo con te, ma da qui a dire che comunque un buon compromesso non sia possibile ce ne corre... io infatti per farti vedere la mia disponibilità ci metto questa bella faccina qua I love you e spero che si capisca che voglio essere molto aperta riguardo alla comunicazione.
Io credo che chi ha il dono della scrittura come mi sembra che tu abbia, può fare moltissimo proprio in rete. Immagina cosa potrebbe essere riuscire ad affascinare molte persone con la propria capacità di scrivere e comunicare così concetti importanti? Se tu scrivi che sbucciarsi le gambe fa male e scrivi anche cosa potevi fare per evitare di sbucciartele o cosa hai fatto per medicare le ferite, tu hai fatto una cosa buona. Se qualcun altro scrive che invece è bene sbucciarsi le gambe per provarlo, anche lui ha fatto una cosa buona, se qualcun altro ancora scrive che non è necessario fare esperienze negative per capire come funziona una cosa, ha fatto anche lui una cosa buona. Ora la domanda può essere: e allora chi ancora non si è sbucciato nulla come fa a capirci qualcosa? come fa a capire qualcosa chi invece si è sbucciato un gomito? semplice: leggendo, chiedendo, informandosi... è questo che è il buono della rete. Se poi uno si sbuccia qualcosa e chiede aiuto ci sarà sempre qualcuno disposto a dirgli cosa fare o dove andare. Lo scopo fondamentalmente è questo. cat

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Questo modo sterile di celarsi dietro a un'icona per comunicare, non rischia di renderci insensibili ai soprusi che la voglia di informazione spinge a compiere?(il titolo spaventa, ma in realtà l'argomento è mooolto più semplice) Empty Re: Questo modo sterile di celarsi dietro a un'icona per comunicare, non rischia di renderci insensibili ai soprusi che la voglia di informazione spinge a compiere?(il titolo spaventa, ma in realtà l'argomento è mooolto più semplice)

Messaggio  bomboloncammello Mer Apr 15, 2009 6:09 pm

Allora caro Giacomo… ne hai fatto di casino!!! Very Happy

Non è stato sempre facile seguirti e individuare i punti chiave, ma devo ammettere che la lettura del tuo post mi ha fatto riflettere moltissimo su alcuni temi, che però non posterò, perché non mi sono ancora chiari.

Ora, per quanto riguarda la morbosità del nostro attuale sistema d’informazione che tu denunci nei tuoi scritti e che soffri ed odi molto, confesso che io stesso sono disgustato dalla gran parte dell’informazione di oggi… sì, fa schifo anche a me lo sbattuta in faccia 24 ore su 24 dei cazzi degli altri e dei loro sentimenti.. mi fa schifo perché forse non mi farebbe schifo se il giornalista e noi stessi fossimo davvero partecipi di questi, empatici con quella persona lì, ma non è così, e in questo in effetti la colpa non è solo dei giornalisti o di chi li dirige, ma anche nostra. Io non guardo quasi mai la televisione, ma ricordo programmi in cui puttane mezze svestite ti davano in faccia – oltre che promesse di una fica che era però riservata ai pezzi più grossi di te – la vita privata di altri Cristi piazzati lì a fare la figura degli sfigati o degli eroi, o chissà quali altre cose improbabili o comuni.

Ora non so perché questo interessa tanto alla gente, forse dobbiamo chiederci se non ci sia anche qualche motivo positivo, o se dietro non ci sia – come tu supponi, se ho ben capito – la metodica intenzione di convincerci che l’affetto e la vasta gamma di sensazioni che giornalmente ci vengono offerte dagli altri nella vita “di ciccia” siano emulabili e sostituibili dagli affetti e le sensazioni“di plastica” che girano via cavo trasmessi dalla televisione o in rete su internet. È interessante la visione che hai di tutti noi che eleggiamo a nostro Dio il nostro “io”… mi ricorda una frase che wikiquote attribuisce a Pirsig, uno dei miei scrittori e filosofi preferiti: "Non facciamo altro che passare non visti attraverso brevi istanti della vita degli altri". ... forse non c'entra niente, però io collego le 2 cose! Suspect Very Happy

Per quanto riguarda il discorso sulla povertà della odierna informazione non voglio aggiungere altro, lascerò che sia Maria a risponderti in un suo prossimo post con una proposta migliore di tante mie parole.

Per quanto riguarda i dubbi che hai sulle nuove generazioni e internet ti dirò come la penso. Non sono d’accordo con te:

perché un bambino che impara a scrivere con la tastiera e ha già il cellulare entro i 10 anni dovrebbe preferire una partita a Travian o Age of empire piuttosto che una scampagnata sul fiume? Perché ci dovrebbe essere distinzione fra mondo della ciccia e mondo dei chip? (come io stesso li chiamo da qualche anno cheers ) personalmente credo che la vita vera sia costituita dalle esperienze di cui si nutre un essere umano, di qualunque pasta esse siano fatte: i sogni che facciamo ogni notte non sono forse veri? La realtà virtuale di internet non è forse vera? Ogni cosa ha le sue particolarità che gli altri “piani della realtà” non posseggono… la realtà non è forse costituita da tutti questi “piani” messi assieme? Perché mai i sentimenti che girano sul web – o magari addirittura in televisione – debbano essere finti per forza? O in rivalità con quelli del mondo della ciccia? Perché chi già da piccolo si trova uno schermo davanti dovrebbe alienarsi dal mondo dche tu chiami reale?

Forse un domani saremo collegati a internet senza schermi né tastiere, e magari ci muoveremo fra piani di realtà differenti istantaneamente e senza alcuna netta distinzione fra l’uno e l’altro. In realtà, sospetto che questo già succeda in ogni momento all’interno della nostra mente, veri e propri pensieri “a vari livelli” che si avvicendano fra loro istante dopo istante senza che noi ce ne rendiamo conto. Ma questa è una cosa davvero troppo difficile per me da spiegare ora, e tutto sommato, non al momento così importante.

Ecco io credo che i bambini sceglieranno fra age of empire e il fiume in base a quello che riterranno più divertente. Io stesso faccio così: a volte scelgo l’uno, a volte scelgo l’altro.

Il fiume offre tutta una serie di esperienze e sensazioni che uno schermo non offre: non sono neppure lontanamente paragonabili, per certe cose. Oggi come domani.

Il punto non è dubitare di questa informatizzazione precoce, pensare che in essa – come in televisione – non circolino sentimenti veri ma solo fittizi… io credo piuttosto che il problema stia in qualcosa di più semplice e alla base, e che forse è cominciato ben prima dell’era informatica: i genitori che mostrano ai bambini “come si vive” hanno coscienza di quanto sia bello il fiume? Sanno trasmettere questa bellezza ai figli?

Infine, non dobbiamo dimenticarci che saranno i bambini a dover scegliere cosa è più bello, se il fiume o lo schermo, e non noi per loro. Spero solo che sapranno considerare la realtà in tutti i suoi aspetti senza trascurarne nessuno, perché “ciò di cui non ci prendiamo cura lo uccidiamo senza accorgercene”. In questo, dovranno superare noi grandi.

Forse siamo proprio noi che abbiamo trascurato il fiume.

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Questo modo sterile di celarsi dietro a un'icona per comunicare, non rischia di renderci insensibili ai soprusi che la voglia di informazione spinge a compiere?(il titolo spaventa, ma in realtà l'argomento è mooolto più semplice) Empty speriamo sia la volta buona! =)

Messaggio  giacomocaig Gio Apr 16, 2009 12:50 pm

è la terza volta che provo a pubblicare questo post: ce la farò?
Ringrazio per la partecipazione all'argomento che, anche se esposto in maniera confusionaria, sembra stia a cuore a più d'uno.
Per cominciare vorrei spiegare che se sono un po' ostile a questa diffusione ell'onda informatica è perchè ne sono stato vittima a suo tempo. Prima di dover seguire il corso di informatica all'università, avevo addirittura deciso di ridurre al minimo i miei contatti con il computer: il minimo indispensabile per non restare fuori dal mondo, per intendersi. Perchè si tratta di questo, secondo me. Non mi arrabbio e preoccupo tanto per il livello di compenetrazione della tecnologia nelle nostre vite. Mi preoccupo quando questa è fruibile con estrema facilità e rappresenta l'alternativa più immediata ai problemi che si possono piazzare sul nostro percorso!
Patrizia, tu dici che si può trovare una via di mezzo tra le alternative che ci si parano davanti e che basta essere un minimo aperti di mente per poter trovare e valorizzare il buono anche in un'informatizzazione massiccia come quella che stiamo vivendo(se poi ho sbagliato a dire qualcosa correggimi immediatamente!!). Hai pienamente ragione, anche perchè se non ci fossimo scambiati le idee qui, su questo forum, io stesso non avrei avuto modo di confrontarmi con opinioni altrui. Quello che io da ragazzo quale sono non posso capire, e che quindi mi fa paura(qui si vede quanto, nonostante gli anni di istruzione, torni fuori l'istinto del 'non ti conosco-mi fai paura') è se mai potrei essere capace di trovare questa alternativa di cui parli! Di fronte a una giornata standard di un aduto che lavora e che ha da mantenere una casa e magari anche una famiglia, io impallidisco! Non so quanto sarei capace di gestire l'approccio di mio figlio a una materia così delicata come la tecnologia dell'informazione. Se da un lato può servire per dare ulteriori stimoli per vivere una vita 'di ciccia' migliore(io stesso su internet ho trovato delle esperienze stimolanti che prima o poi voglio provare) o comunque più completa, dall'altro per chi è un minimo sprovveduto rappresenta una tentazione piuttosto forte al lasciarsi andare a un modo pigro di interagire con altri individui tramite la rete. Per spiegarmi meglio, non vorrei mai, e dico mai!, vedere mio figlio ridotto a litigare con un suo amico su internet(cosa che peraltro succede anche a me, quando non ci sto attento!) e ti spiego perchè. Per come lo avverto io, mi sembra che il modo di comunicare tra giovanissimi stia perdendo di spontaneità, di immediatezza, di smalto, di... personalità in un certo senso. Si comunica per messaggi, molto più spesso per messaggINI che, per quanto possano essere di immediata comprensione, tolgono poesia al dialogo, almeno per me. Che siano SMS, che sia messenger(che peraltro io ho e uso assiduamente), che sia una chat... beh, mi sembra che ci si stia dirigendo verso un uso forsennato di parole che ormai rischiano di essere talmente inflazionate dall'uso sfrenato che se ne fa, da risultare vuote dal punto di vista dei contenuti. Mi son spiegato? Mi sembra che si parli di amicizia come si può parlare di un callo, di lealtà e coerenza come si parla dell'ultimo paio di pantaloni comprati, di legami affettivi come si parla della pasta e ceci della nonna...
Si parla tanto, forse troppo, della democrazia della rete. Ecco io su questo punto ho da ridire. Perchè? Perchè non trovo giusto che venga messo tutto allo stesso pari. Democrazia in rete per me vuol dire 'uguali possibilità di accedere a tutti i contenuti' NON 'abbassamento del livello di qualità e della considerazione degli argomenti cosicchè questi diventino fruibili per tutti'!! Ho il terrore di vedere tutto parificato, parole, gesti, emozioni, mentre secondo me ci sono delle gerarchie da rispettare e da mantenere in vita(oddio sembro un Restauratore!) almeno tra i sentimenti.
E allora qui sì che entra in gioco l'adulto di riferimento che NON si deve asolutamente scordare del fiume! ma anzi che deve presentarlo alle future generazioni poichè queste siano pienamente consapevoli di quello che possono scegliere.
Bomboloncammello(pardon, ma non so il nome... ) sono daccordo che stia al giovane decidere che cosa è meglio per lui tra il fiume e le altre alternative una volta che gli sono state illustrate tutte, ma lo stesso avrei timore che la fetta d'innocenza che un giovane si porta dietro fosse un gustoso bersaglio per chi vuole guadagnare sul MIO giovane, non curandosi del suo benessere. Avrei più tranquillità che il mio pargolo si facesse male scazzottandosi con un suo amico per una litigata, piuttosto che se si facesse impappare il cervello in un qualche gioco di ruolo con elfi e fantasie non reali!
Quando internet diventa deposito di informazioni rilevate dalla realtà, per me è stra-ok! è un qualcosa di vero trasposto in forma digitale; se internet fa da arena in sui si scambiano opinioni, ancora una volta per me va benissimo. Ma quando si giunge al caso limite in cui sembra basti parlare di un sentimento, senza averlo mai provato, per poterlo capire e metabolizzare... no, non credo che questo faccia un effetto buono. E' come leggere la definizione di 'dolore' sul vocabolario e credere di aver provato dolore davvero, ma poi quando senti male ti rendi conto che è tutta un'altra storia.
Alla fine di questo post non mi ricordo neanche più se ho detto qualcosa di mio o se ho semplicemente fatto un gran mistone di parole. Sta di fatto che ora son convinto che 'in medium stat virtus'(prego di non aver tirato sfondoni... io e il latino siamo poco amici) come dice Patrizia, e che l'adulto abbia il compito di vigilare CON COSTANZA sull'orientamento delle scelte del giovane. Vigilare, non intromettersi, che è cosa ben diversa. E soprattutto non fino a una certa età e poi -BUM! zero- sennò è come levare le ruotine di colpo a un bambino che impara a andare in bici. Rispondete! ho bisogno di sapere se quel che ho detto ha un senso! =)

giacomocaig

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Messaggio  Mari Gio Apr 16, 2009 7:19 pm

Ciao Giacomo, sono Maria... non ti rispondo al post precedente in cui parli di internet bensì ti faccio una proposta molto poco filosofica ma molto pratica.
Neanche a me piace l'informazione come viene fatta oggi, né quella dei giornali né quella della televisione, perché alla fine le notizie che danno sono magari solo mezze verità e hanno scopi politici, e nel frattempo non ti dicono altre cose più importanti che sono successe... per questo solitamente ricorro a internet.
Però non posso nemmeno passare intere giornate al computer, mi perdo, le notizie sono tantissime e a volte devo starci un monte per capire qual è la versione più accreditata, insomma dopo un po' mi stanco e vado "al fiume"; quindi l'anno scorso pensai che con un gruppo di persone potevamo, a turno, documentarci su qualcosa (che magari nessuna televisione o telegiornale dicono) e riproporla agli altri fornita di tutte le fonti. Potresti fare questa cosa, o cose simili, anche te.

ti do un paio di link di gente che prova a fare informazione "diversa" (sono solo 2 esempi: in rete potrai trovare quelli che vuoi e anche creare direttamente qualcosa tu!):
http://www.jacopofo.com/blog/149 un giornale on line di buone notizie tenuto da jacopo fo

http://laforestadisherwood.blogspot.com/ è il blog di un amico di sandro (è il vero nome di bomboloncammello!!! Very Happy ) in cui chi vuole può pubblicare un proprio articolo... ora da quanto ho visto sono per la > parte articoli a sfondo politico, tuttavia potresti fare la stessa cosa per qualunque altro tema

Mari

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Messaggio  Patrizia Gio Apr 16, 2009 7:42 pm

Certo che ha senso! E sai dove ha più senso tutto il tuo discorso? in fondo, quando scrivi "rispondete vi prego".
Tu dimostri da avere bisogno della relazione esattamente come se chi ti risponde fosse di ciccia. Il tuo bisogno è assolutamente condiviso (altrimenti non ti avrei risposto) e dimostra che ci si può considerare di ciccia anche dietro ad un avatar, è solo una questione di predisposizione mentale. Anzi mi sembra che questo mezzo abbia anche delle condizioni che facilitano la relazione.
Esempio pratico:
Mettiamo il caso che ci trovassimo in autobus. Secondo te, quante probabilità ci sarebbero di discutere di questa cosa tra me e te? immaginati pure l'autobus mezzo vuoto, così non c'è neppure il problema del rumore o del sovraffollamento, ma se tu stai seduto vicino al finestrino ed io mi reggo all'obliteratrice e pensiamo ognuno all'alienazione che dà l'uso smodato di internet, potremmo mai far comunicare i nostri cervelli? NO! appunto. Ci sarebbero barriere di altro genere: io penserei che tu stai pensando ad una ragazza per esempio, tu potresti pensare che io sto pensando alla cena da preparare e nessuno dei due si azzarderebbe a chiedere nulla all'altro. Qui invece ci sentiamo non solo autorizzati a scrivere i nostri pensieri, ma ci aspettiamo una risposta, è questo il buono della rete. Anche un pedofilo che adesca una ragazzina usa lo stesso sistema per uno scopo infimo, e di questo io ho molta paura e rappresenta la preoccupazione maggiore per quando mi troverò a permettere alle bambine di navigare, ma questo non mi dissuade dal vivere la mia vita ed il mio tempo e a farla vivere alle mie figlie, con tutti i mezzi che la tecnologia mi mette a disposizione. Quindi non ti preoccupare della dicotomia fiume - internet, perchè non è una dicotomia: possono starci tutti e due nella vita di ognuno. Wink

Patrizia

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Messaggio  bomboloncammello Sab Apr 18, 2009 10:15 pm

ehi giacomo, ti rispondo su questo:
son convinto che [...] l'adulto abbia il compito di vigilare CON COSTANZA sull'orientamento delle scelte del giovane. Vigilare, non intromettersi, che è cosa ben diversa

Io credo che l’adulto debba prima di tutto essere una persona –chessò - felice, aperta di mente, responsabile… insomma che debba prima avere tutte le qualità che vorrebbe avesse il figlio. Dico questo – che non è affatto scontato come sembra – perché se l’adulto non è tutte queste cose assieme quando poi vigila sull’orientamento delle scelte del giovane (il che un certo grado di intromissione lo contempla, a meno che vigilare non voglia dire limitarsi a guardare anche quando il figlio fa qualcosa che si considera sbagliato (chennesò: drogarsi)) rischia poi di trasmettergli le stesse tare che ha lui stesso dentro… voglio dire: ma chi ci dice a noi che siamo moralmente più avanti dei nostri figli? Certo ci sono cose di cui noi abbiamo esperienza e loro no, rischi che sappiamo evitare in partenza, forse tu ti riferivi a questo e può andarmi bene… solo ci tenevo a fare questo discorso perché, secondo me, i genitori, gli insegnanti, gli educatori, in genere non sono affatto in grado di educare alla morale i propri figli, né nessun’altra persona. Dovrebbero prima educare sé stessi.

Insomma anch’io come Patrizia non credo nella dicotomia “rete” Vs “vita reale”, inoltre non credo che sia meglio una scazzottata che un litigio sul mondo degli elfi, penso piuttosto – e questa è la sintesi di tutto il mio pensiero – che i problemi alla base non sono la rete, la televisione, le armi, quello che ci pare, ma la qualità delle persone:

mio figlio lo voglio educare prima di tutto educando me stesso alla qualità, poi facendogli fare quello che vuole stando insieme a lui: se io sarò davvero una persona di qualità saprà riconoscerlo, la assorbirà, e insieme impareremo a navigare nella vita, e su internet.

Non ci sono temi che una buona persona non possa e non debba affrontare con il proprio figlio.

Come non ci sono temi che un buon dottore non possa affrontare con i propri pazienti (faccio medicina).

“non insegnate ai bambini la vostra morale” diceva il vecchio Gaber…

Sì, forse era questo quello che tu intendevi con “vigilare con costanza”.. in tal caso scusami: volevo solo esporlo sotto il mio punto di vista!!!



@Mari: ehi bella idea codesta! sai come mi garbarebbe a me? trovare le notizie più ganze - non solo quelle che passano i giornali, ossia dare anche un sacco di buone notizie, non parlare di veline e cani e insomma fare il giornale dei miei sogni! - ... ora come ora non so se ho il tempo per portarla avanti... però non sarebbe male: tu giacomo che ne pensi?

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