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italiano per gli stranieri

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Messaggio  Mari Mar Apr 07, 2009 11:36 am

L’apprendimento di un idioma e’ fondamentale;me ne accorgo ora che sto facendo l’erasmus all’estero di quanto importante sia poter comunicare;per le cose spicciole(chiedere informazioni,sostenere una conversazione base,capire cio’ che mi dicono,studiare) me la cavo e non e’ poco,pero’ per i pensieri piu’ complessi e astratti mi trovo in difficolta’ e a volte e’ davvero frustrante.
Trovo bellissimo cio' che ha fatto Patrizia e propongo di rifare una cosa simile.Mi spiego. Potremmo organizzarci noi studenti e dire di mettere a disposizione un pomeriggio alla settimana(sera,mattina,quando vogliamo insomma) ,ritrovarci e offrire del tempo a persone straniere che hanno bisogno di una mano per la lingua,conversare con loro,oppure aiutarli proprio nella ricarca di informazioni etc.. ancora non ho pensato bene a come strutturarla,ma potrebbe venire fuori un bello scambio culturale..solo un esempio: qui a Valencia( in un giardino grande dove le persone fanno varie attivita’)un gruppo di persone africane si sono riunite e danno lezione di danza africana e di percussione…magari sto correndo coi pensieri,ma la vedo anche in grande,potrebbe essere un momento di scambio e conoscenza dell’”altro”;se poi viene fuori qualcosa di bello magari riusciamo a coinvolgere anche altre persone esterne e cosi’ gia’ si abbatte qualche pregiudizio.
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Messaggio  Patrizia Lun Apr 13, 2009 12:57 am

Il discorso che facevi tu Mari mi piace e avevo già pensato di fare una cosa del genere, solo che per farla c'è bisogno come minimo di una stanza perchè l'insegnamento ha senso se è duraturo cioè se è un qualcosa che impegna tempo e cervello e che viene verificato via via col tempo. Questo ovviamente non ai fini di un titolo di studio, ma per "aggiustare il tiro" insomma per capire se i nostri sforzi hanno un senso o occorre cambiare metodo o strategia (per me le verifiche servono solo a questo!). La domanda che mi pongo però è questa: qui a Firenze ci sono un sacco di scuole per stranieri (ovviamente stranieri paganti!!) in cui gli insegnanti sono giust'appunto studenti universitari che si trasformano all'occorrenza. Ora, io credo che se si venisse a sapere che degli studenti volenterosi danno gratuitamente lezioni di italiano, il comune chiederebbe spiegazioni. Cioè quello che mi chiedo io è: come si fa a bypassare il problema logistico senza farsi mettere i bastoni tra le ruote dalle istituzioni o dai privati?
E' chiaro che se uno aspetta il Comune per creare una scuola per stranieri non la creerà mai (e trova il posto, e fai il concorso per selezionare gli insegnanti, e stabilisci chi può partecipare, e metti tutto a norma antincendio, antisisma, antiinfortunio, antipatico e antitutto che s'è bell' e finito di vivere...), ma è anche vero che non la si può fare ognuno a casa propria... insomma bisognerebbe trovare un luogo dove si possa fare questa cosa, magari pubblicizzandola anche, senza che ci sia un guadagno certo, ma neppure una perdita. confused ...

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Messaggio  Mari Mar Apr 14, 2009 6:08 pm

um...um... le idee sono tante ,ma la realizzazione e l'effetiva efficienza sono un'altra cosa...per il problema comune,prima potremmo informarci se esistono corsi gratuiti per stranieri organizzati dal comune e vedere se sono pubblicizzati bene;detto questo però niente ci vieta di farne uno noi.
Se dimostriamo che sono dei nostri amici e che gli insegnamo l'italiano come privati e che non ci facciamo pagare non dovrebbero esserci problemi.
Potremmo iniziare da qlc. straniero che conosciamo e iniziare a casa loro direttamente e poi fare col passaparola(magari lui ha altri amici interessati e così il circolo si allarga).Oppure vedere se qualcuno di noi ha spazi disponibili(garage,stanzoni etc..);d'estate quando fa il bel tempo potremmo ritrovarci in un parco.
Al metodo ancora non ci ho pensato,potremmo spaziare dalla semplice conversazione,al "ti presto i miei libri delle elementari,ti presto libri di lettura,ci ritroviamo a guardare un film in italiano" e alternare il tutto con un insegnamento più tradizionale e delle prove in itinere.

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Messaggio  bomboloncammello Mar Apr 14, 2009 7:27 pm

sollevi un bel problema patrizia, quando parli di comuni che potrebbero metterci i bastoni fra le ruote.
in effetti potrebbe succedere.

personalmente penso che non ci sia da combattere contro le istituzioni, se è possibile, anzi perché non ci informarmiamo se già esistono corsi come quelli che noi proponiamo (uno dei requisiti è che siano gratis), e in tal caso aiutiamo i comuni a fargli pubblicità?
può darsi che noi e i comuni andiamo nella stessa direzione.
forse non sempre ma qualche volta succederà di sicuro!

nel caso però in cui non esistessero già corsi con le caratteristiche che noi vogliamo, si potrebbe allora proporli al comune stesso.
e nel caso in cui il comune non li volesse cominciare o rendesse le cose troppo complicate (per l'eccessiva burocrazia per cui devi avere permessi anche per lavarti il culo) allora potremmo crearlo noi.

in realtà possiamo crearlo noi anche se già esistono corsi analoghi del comune: e chi ce lo vieta?
le leggi? e perché? non posso diventare amico di 4 negri e 5 pellerossa e poi insegnargli le cose che so?
magari a casa di alcuni di loro come dice maria...: già un vu cumpra' mio amico mi ha invitato a casa sua e mi ha offerto un bicchiere d'acqua. nel giusto e con la giusta attenzione è possibile creare un ambiente e un corso molto interessanti.
è sempre possibile aggirare il problema con un pizzico di pensiero laterale.

secondo me l'importante è: 1) non andare a tutti i costi contro le istituzioni; 2) non limitare la nostra capacità di trovare soluzioni alle soluzioni proposte dalle istituzioni.

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italiano per gli stranieri Empty Infatti...

Messaggio  Patrizia Mer Apr 15, 2009 10:14 am

.. non voglio proprio mettermi a fare la guerra al comune ci mancherebbe.
Io pensavo semplicemente in modo ampio. Poi magari sto esagerando eh... L'idea era questa: mettere un cartello in questura dove chi va a rinnovare il permesso lo vede per forza. Per far questo gesto innocuo uno deve avere fior di autorizzazioni, non tanto l'amicizia o la fiducia di alcuni stranieri. Il problema poi è anche dei tempi, nel senso che chi è in Italia col permesso di soggiorno è, come dire?..., schiavizzato dal datore di lavoro, tanto che alcuni trascurano perfino la propria salute (senza incorrere nel pericolo della denuncia o l'espulsione perchè regolari) dato che non hanno tempi per loro stessi. Quindi fare lezioni di Italiano in determinate ore può non essere utile per gli stranieri stessi. Cioè io partivo dai problemi di tipo pratico che mi sono stati posti dalla mia vicina di casa albanese che mi racconta i vari ostacoli via via che li incontra e mi rendo conto che ci sono proprio dei cavilli assurdi che poi diventano insormontabili. Il tutto è giustificato da motivi anche logici, ma che poi si scontrano con il buon senso. Il metodo di insegnamento è la cosa meno problematica: noi facevamo lezione a persone che arrivavano a Firenze per una settimana, parlavano solo la loro lingua (Tedesco, Finlandese, Giapponese...) qualcuno magari sapeva qualcosa di Inglese, ma non era certo quello su cui si poteva contare... L'alfabetizzazione comincia proprio con le parole di uso comune: ci sono immagini reperibili ovunque, sui libri, sulle riviste, sui manifesti appesi ai muri etc, ecco si parte da quelle immagini, si indicano e si dice il nome. Si chiede di ripetere e poi si fanno esempi semplici, frasi minime con soggetto e predicato già coniugato. Cioè lo scopo è quello di insegnare l'uso della lingua dentro il contesto, come si fa con i bambini piccoli che imparano a parlare guardando e ascoltando la mamma che dice loro tutte le cose che sta facendo mentre le fa. Io mi sono trovata a insegnare in tre giorni di scuola ad un signore che parlava solo Tedesco, il modo di chiedere informazioni, andare e tornare dal suo albergo e un veloce vocabolario di parole per districarsi tra i cibi, abiti, oggetti di uso comune e trasporti. Non è assolutamente difficile, giuro, è andato via dopo tre giorni che si sapeva spostare con l'autobus per Firenze in modo autonomo. Lo scopo non è quello di fornire nozioni ma una bussola, un sistema di orientamento nella lingua e lo si fa attraverso le immagini e gli esempi molto semplici inseriti in un contesto. Ovviamente per gli immigrati occorre anche avere delle conoscenze circa la nazione da cui provengono perchè magari è facile parlare di autobus ad un tedesco, ma è meno banale il concetto di frigorifero per chi viene dalla Somalia e ha vissuto dentro una capanna di fango e paglia per tutta la sua vita. Ripeto, io magari esagero, ma la mia amica Susan (Nigeria) diceva che sua madre avrebbe voluto sempre bere acqua fresca e viveva in una capanna: l'acqua andavano a prenderla al fiume (giallo-verde) con i bidoni per il trasporto e stoccaggio di materiali chimici. Come sempre in tutte le cose occorre prima mettersi nei panni dell'altro e poi con delicatezza cercare di dare quello che si può ma senza mai prevaricare da nessuna parte, nè sul fronte delle istituzioni, nè sul fronte del rispetto che è dovuto alle singole culture e quindi procedere all'insegnamento con la dovuta cura. Io penso che si possa fare davvero cose belle e di qualità anche senza improvvisazione e con l'entusiasmo che è sempre necessario, solo che la cosa va studiata bene e bisogna anche coinvolgere più di una persona. Davvero, io sono seriamente convinta di non avere grossi problemi circa il metodo di insegnamento, semmai con l'organizzazione!

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Messaggio  bomboloncammello Gio Apr 16, 2009 5:55 pm

ok, allora che facciamo?
io direi di fare così:
1) ci sono persone che porteranno avanti attivamente la cosa? chi di noi intende farlo?
queste persone saranno quelle che si incaricheranno dell'organizzazione, dei contatti, insomma di tutto quello che serve a lanciare e a far vivere questo corso. e soprattutto a mantenerlo vivo: qui sopra chi porta avanti una cosa è perché ci crede, quindi se ne deve prendere cura!
2) prendano i contatti col comune (di firenze, di prato, di pistoia), ma anche semplicemente su internet forse si può capire se esistono già corsi del genere
3) proporre corsi del genere al comune se già non esistono
4) se il comune, come mi aspetto, non risponderà positivamente (ma spero di sbagliarmi), e con il rispondere non positivamente intendo anche il lasciare affogare la faccenda a causa di tempi eccessivamente lunghi, quelli che vogliono portare avanti questo progetto lo facciano già su scala personale se non trovano i modi di farlo un po' più in grande.
siamo d'accordo col pensare in grande, e siamo d'accordo anche che senza che si presentino varie possibilità di orario più di tanti immigrati non li possiamo aiutare, perché semplicemente tutti non li possiamo raggiungere
ma i progetti buoni nascono da idee buone
e le idee buone sono buone anche quando nascono in progetti piccoli
così: il modo che io consiglio per cominciare è parlare di persona con loro e partire con pochi di loro, se il comune non ne dà la possibilità, e se qualcuno non trova un'idea migliore

ne riparliamo tra qualche giorno di persona Smile

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Messaggio  Patrizia Gio Apr 16, 2009 7:51 pm

e quasi quasi ci potevo anche scrivere esserci o farci (nel mio caso esserci!!) comunque per quanto riguarda la disponibilità io ci sarei, nel senso che è una cosa che ho già sperimentato e non è difficile, sul come "entrare nel giro del comune" ... ecco quello è un altro paio di maniche; qui a Sesto Fiorentino forse ci sono meno problemi di carattere burocratico, perchè il comune è piccolo, ma il mio problema sono gli agganci, cioè non saprei davvero a chi rivolgermi io per prima. Però non me la sento di lasciar cadere la cosa, o perlomeno mantenere le orecchie dritte quando si parla di scuola e lavoro. So che avevano già la necessità di un ufficio di mediazione culturale, per la presenza di diverse tipologie di stranieri sul territorio comunale, tutti più o meno integrati, con i bambini che vanno a scuola. Però non so quanti siano effettivamente regolari... diciamo che in materia avrei da studiare meglio anche io! In ogni caso appena mi capita l'occasione di incontrare la consigliera comunale per i servizi educativi le chiedo informazioni circa un progetto del genere e sondo un pò il terreno. Certo non vorrei essere sola, perchè questa è una cosa che richiede davvero cura e dedizione e non è pensabile di farla in solitario. Se deve partire male, per me è meglio che non parta... magari mi sbaglio, ma credo che se non si fanno bene le cose si rischia di fare grossi danni.

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